Più o meno tutti sappiamo cosa è un cosplay, ma facciamo un piccolo ricapitolo per rinfrescare la memoria e chiarire alcuni dubbi. Il termine cosplay deriva dall’unione di costume e play (interpretazione) e consiste appunto nel travestirsi come un personaggio e interpretarne il modo di agire. Il fenomeno cosplay è nato già nel 1939 ma ha iniziato ad acquisire popolarità solo nel 1995 quando la stampa giapponese dedicò un articolo dedicato a dei cosplayer di Neon Genesis Evangelion. Da qui la crescita è stata esponenziale grazie alle fiere e agli eventi.

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Gruppo di cosplayer di JoJo all’inizio degli anni 2000

Il mondo dei cosplay è estremamente vario: ci si può spostare da anime a film, da videogiochi a persone realmente esistenti. Chiunque può essere chi vuole, gli uomini possono interpretare un personaggio femminile o viceversa (crossplay). Oppure si può decidere di interpretare una versione genderbend del personaggio scelto, adattandolo il più delle volte al proprio genere.

I più abili dei cosplayer preferiscono cucire e creare da sé i propri cosplay, mentre altri preferiscono affidarsi a sarti o costumi già fatti. Purtroppo, molte volte, per fare un buon cosplay è necessaria una certa disponibilità economica. Infatti è da tenere conto il costo di materiali, parrucche, accessori, lenti a contatto e così via.

Tuttavia nel corso del tempo è nata la vera e propria professione di cosplayer. Molti di essi crescono attraverso i social e acquistano popolarità tra il pubblico. Quindi è probabile che si inizi a guadagnare attraverso servizi fotografici e venendo chiamati per delle esibizioni negli eventi. A volte capita di stringere collaborazioni con certe aziende per promuovere i loro prodotti rendendo quindi la tua passione il tuo lavoro.

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